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L'agriturismo pt.1


di JackieB
10.08.2024    |    44    |    2 8.0
"I giorni seguenti erano stati una montagna russa di sensazioni: momenti di down, in cui la razionalità soffiava con forza sul braciere della gelosia, ..."
La prima esperienza a tre, con un'altra donna, tra le dune sabbiose, in quella notte di stelle e sogni bollenti, aveva rappresentato un evento spartiacque. Esisteva una vita prima di quel momento, fatta di desideri nascosti, di frasi sussurrate all'orecchio con timidezza durante gli amplessi più focosi, di fantasie cancellate nell'istante dopo l'orgasmo. Esisteva una vita dopo quell'attimo in cui il mio corpo si era fuso con quello dell'altra ragazza, mentre Jackie osservava la scena, con gli occhi pieni di gelosia e desiderio, in quel mix esplosivo che rende questo tipo di esperienze uniche, mandando al manicomio migliaia di coppie in tutto il mondo.

I giorni seguenti erano stati una montagna russa di sensazioni: momenti di down, in cui la razionalità soffiava con forza sul braciere della gelosia, liberando nell'aria afosa di agosto paure e dubbi e momenti di up in cui il ricordo di quella esperienza ubriacava le nostre menti, rendendo impossibile lo svolgimento delle attività quotidiane. Si andava al mare, ma la vista dei corpi coperti solo da pochi cm di stoffa mandava in tilt i nostri ormoni, rigonfiava il mio costume fluo, rendeva di pietra i suoi capezzoli che adornavano un seno pronto a esondare sotto il bikini striminzito. Perfino le serate nei locali della zona erano un inferno. Al primo incrocio di sguardi in pista, al primo contatto, anche fortuito, la mia mente e quella di Jackie tornavano a quella notte indimenticabile.

Serviva una sera di pausa, una cena intima, in un posto lontano dal caos della costa, in quell'entroterra spesso dimenticato, che però regala refrigerio ed esperienze low cost ai turisti.
L'applicazione per prenotare i ristoranti mi consigliò un piccolo agriturismo in campagna, cibo semplice, prezzi modici, recensioni positive, una soluzione perfetta. Il navigatore, dopo qualche difficoltà ci portò al locale, un vecchio casale in un uliveto, un panorama mozzafiato: da un lato un mare d'argento che rifletteva il chiarore della luna e delle stelle, dall'altro la collina, di un verde brillante che riempiva gli occhi e invitava a respirare a pieni polmoni. Il punto di forza della struttura era sicuramente il terrazzo che diventava la "sala" durante il periodo estivo. Pochissimi tavoli, soltanto uno occupato da una coppia attempata. Il proprietario ci accolse con un sorriso cordiale, tipico delle persone semplici e genuine dei paesini dell'interno.

"Dove preferite", ci disse con tono amichevole. Scegliemmo il tavolo più vicino alla ringhiera e ci sedemmo. Ci lasciò un menù di poche pagine scritto a mano e prima di andarsene sussurrò "fate con calma, tra qualche minuto viene mia moglie a prendere la comanda". Jackie nonostante il tono minore della serata ("disintossichiamoci" mi disse prima di uscire) era bellissima e provocante. La pelle ormai baciata in toto dal sole era coperta da un vestitino di seta chiara, con qualche fiore nella parte alta. Rose e viole, rese ancora più rigogliose da un seno sodo e gonfio, libero da costrizioni, con i reggiseni che giacevano sul fondo della valigia da inizio vacanza.
L'offerta gastronomica era la classica della zona, pochi piatti poveri, verdure e carne alla brace.

"Buonasera e benvenuti", alzammo lo sguardo dalle pagine ingiallite e vedemmo Lei.
Non so ben descrivere la mia sensazione, né tantomeno quella di Jackie che rimase per un attimo a fissarla senza proferire parola.
La moglie del proprietario (Marta, un nome che rimarrà impresso a vita nelle nostre menti) era un incanto: mora, riccia, con delle forme pronunciate che accarezzavano un t-shirt bianca con il logo del locale e una gonna di jeans che a malapena conteneva un culo sodo e grande, a ricordare quanto patrimonio genetico il profondo Sud condivide con l'America Latina.
In quel secondo capimmo di trovarci nel posto peggiore per provare a placare i nostri bollenti spiriti. Non pensavamo però che quella cena sarebbe diventata un altro tassello verso quel cammino di perdizione che solo qualche giorno prima avevamo cominciato.
Non immaginavamo affatto che quella notte sarebbe proseguita con Marta legata a un vecchio letto in legno, mentre io la penetravo con forza, con il marito che ci guardava inerme e travolto dall'eccitazione. Di come proseguì la cena e di quello che fece Jackie quella sera e in quella stanza parleremo più avanti..

(Continua...)
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